"Prima che mio figlio nascesse, provavo pena per i genitori di figli disabili" - Cedar's Story

"Sì, ero quel tipo di mamma.
La mamma che prova pena per i genitori di figli disabili.
Se al supermercato avessi visto un bambino disabile urlare o dondolarsi, avrei sorriso educatamente e poi mi sarei allontanata sentendomi male per la sua mamma.
Se al ristorante avessi visto un genitore mettere a tavola il proprio figlio disabile, avrei pensato: "sono così fortunata ad avere figli normali".
Provavo dispiacere per le mamme con figli disabili. Sì, lo ammetto, le compativo. Questo è probabilmente il motivo per cui, lo scorso dicembre, quando mio figlio è nato con un cromosoma in più, la cosa che più detestavo era il pensiero che qualcuno potesse provare pietà per me.
L'emozione che provavo per quelle mamme è qualcosa che ora vedo come manifestazione di estrema ignoranza.
Vedete, la ragione per cui mi dispiacevo per loro era che consideravo l'essere genitore di un figlio disabile come un fardello. Pensavo che fosse una condizione che nessuno avrebbe voluto, che nessuno avrebbe mai scelto.
Pensavo che in qualche modo quelle mamme fossero state private dell'esperienza di essere genitori di un bambino normale.
Pensavo che desiderassero ogni giorno che il proprio figlio fosse normale.
Erano tutte cose che pensavo prima di diventare anch'io mamma di un bambino disabile.
Oggi non provo dispiacere per me stessa. Non voglio che nessuno provi pietà per me. Potendo scegliere, vorrei ancora un milione di volte mio figlio.
Ero così ignorante.
Vi spiego il perché.
Quando guardavo quelle mamme, ciò di cui non mi rendevo conto era che la maggior parte di loro non avrebbe cambiato la propria condizione.
Non intendo dire che se il loro bambino non fosse stato capace di camminare, non gli avrebbero dato la capacità di farlo. O che, se loro figlio fosse stato chiuso nel suo mondo, non avrebbero fatto qualsiasi cosa per farlo uscire o avrebbero provato a entrarci con lui.
Quello che intendo dire è che la maggior parte di loro non avrebbe cambiato le esperienze meravigliose che regala l'essere genitore di un bambino diversamente abile.
Vedi, ci sono cose che tu, in quanto mamma di un bambino "normalmente abile" non puoi capire. Lo so, perché anche io non le capivo.
Quando sei il genitore di un bambino normale, non capisci l'intenso trasporto verso un altro genitore o il totale e completo cameratismo che si può creare in un gruppo di genitori con figli disabili. [...] Questi gruppi trascendono l'età, l'etnia, lo stato socioeconomico e il genere.
Essere genitore di un bambino disabile ti rende capace di vedere un altro genitore in un negozio affollato e notare immediatamente che anche suo figlio ha la sindrome di Down: non puoi evitare di stabilire un contatto visivo con lui o dirgli "ciao".
È ciò che ti permette di creare immediatamente un'amicizia online semplicemente perché l'altra persona condivide con te l'esperienza di avere un figlio con un cromosoma in più.
È ciò che ti rende desideroso di difendere non solo il tuo bambino, ma molti altri: tutto ciò, perché c'è qualcosa di importante in comune.
Avere un bambino disabile ti dà le parole da dire a un altro genitore che abbia appena cominciato questo viaggio, quando le parole di nessun altro hanno effetto.
Ti permette di stringere legami così forti che non si possono comparare con quelli che avevi con i tuoi migliori amici a 20 anni. Ti permette di sperimentare empatia a un livello che non credevi possibile prima di diventare genitore di un bambino disabile.
Oggi, quando vedo il genitore di un bambino disabile in pubblico non lo compiango più: ora lo sono anch'io.
Ora so che non hanno bisogno di pietà perché hanno più amore, empatia, comprensione e delicatezza della maggior parte degli altri genitori.
Li vedo, e so che non importa quale sia la disabilità del loro bambino, probabilmente loro hanno qualcosa da insegnarmi e io qualcosa da insegnare a loro. Potremmo non avere nient'altro in comune oltre a un figlio disabile, ma questo è più che sufficiente.
Ero quel tipo mamma, ma ora realizzo che quando ero impegnata a compatire, ero io a dover essere compatita: semplicemente non lo capivo."
Articolo originale dal blog Cedar's Story (in lingua inglese): https://www.cedarsstory.com/special-needs-parents/